Carnet de Voyage #2
Quest'opera su carta è stata la vera è propria protagonista
dell'esposizione, e non solo per le grandi dimensioni o per il particolare
allestimento (due palloncini riempiti con acqua e gesso sono stati appesi agli
angoli dell'opera).
Si tratta, come per la precedente, di una tecnica mista dove
grafite, smalto nero e acrilico si fondono per creare un'immagine
incredibilmente evocativa. Ancora una volta il soggetto è la mangrovia, ma qui
il pubblico del Punto Arte di Monza si è lasciato suggestionare dalla pittura
di Francesca e ci ha offerto diversi punti di riflessione.
Molti hanno visto,
come per la carta precedente, due persone o addirittura una sorta di pietà nella quale una
Madonna sostiene il fragile corpo del figlio. Altri hanno visto una mano, altri
ancora un vestito.
E su quest'ultimo punto è interessante come le precedenti ricerche
artistiche della pittrice siano tornate a farsi sentire, come un
ricordo che riaffiora e torna vivo grazie alla carta. Francesca infatti, prima
di realizzare queste opere, aveva studiato soggetti come la donna e l'abito, indubbiamente influenzata dalle opere di Piero Pizzi
Cannella, caratterizzate dalla presenza
di abiti fluttuanti, interpretati come struttura che sostituisce l'assenza metafisica
dell'uomo.
Per concludere come non notare nella struttura della composizione,
un richiamo, assolutamente inconsapevole, al "Bue squartato" di
Rembrandt o a quello di Soutine.
Carnet de Voyage #2, tecnica mista su carta, cm. 100x150, 2013
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